L’incenso: simbolo di santificazione e purificazione
24-01-2023
Cultura

L’incenso: simbolo di santificazione e purificazione

Presente nelle Sacre Scritture, l’incenso ha sempre rappresentato un’essenza purificativa del sacro spazio occupato dal tabernacolo. Vediamo insieme quando e in che occasione viene citato nella liturgia cattolica.
Come dimostrato, nella liturgia cristiana nulla è superfluo e tutto ha un valore simbolico e teologico. Ed è proprio nel mondo cattolico che molti sono i prodotti consumabili che vengono in genere utilizzati. Tra questi troviamo i vini da messa e gli incensi. Ma cosa simboleggia l’incenso?

Nel mondo cattolico l’incenso ha sempre ricoperto una certa rilevanza. Il fumo proveniente da questo prodotto, generalmente presentato in gommoresina o sotto forma di miscela, vuole simboleggiare la santificazione e purificazione. Allo stesso tempo, questo raffigura le preghiere dei fedeli che si innalzano verso il Cielo.

Come mostra l’Antico Testamento, l’incenso venne utilizzato sin dai primi tempi del Cristianesimo, mostrandosi come un proseguimento della tradizione ebraica. Un suo chiaro riferimento è visibile sin da subito nell’Esodo 30:1-10 e 30:34-38, dove il Signore impartì a Mosè la “sacra ricetta” di come realizzare questa particolare essenza. Da questi passaggi si evince il ruolo purificativo che l’incenso aveva, e tuttora ha, nei confronti del sacro spazio occupato dal tabernacolo, luogo di culto del Signore.

Anche nel Nuovo Testamento, viene citato l’utilizzo dell’incenso, sostanza che venne portata in dono da uno dei tre e Magi a Gesù Bambino, come segno del suo ruolo di “sacerdote” nei confronti dei suoi fedeli, oltre che sovrano e profeta.

In breve, molti sono i riferimenti nelle Sacre Scritture relative all’incenso, una sostanza che durante il suo utilizzo immerge il fedele in una realtà più intima ed eterna attraverso i suoi sensi. (Good Catholic)